Più vado avanti con il diario giornaliero, più ho voglia di farlo, perché mi dà la possibilità di ripensare al viaggio che ho realizzato, alle belle esperienze, ma anche ai sacrifici che ho dovuto affrontare e alle limitazioni, in termini di comodità, di tempo e di denaro.
Comodità perché ho volutamente impostato il mio viaggio sulla base dell'adattamento e dell'avventura: volevo conoscere e esplorare.
La piazza storica del borgo, sterrata, è chiusa in ogni suo lato da case con balconi, dai quali si poteva gustare la festa del paese, che si svolgeva, appunto, al suo interno. Molta gente vi si riversava ogni anno per assistervi, essendo molto caratteristica, e i proprietari delle case, non solo affittavano per le occasioni le stanze che danno sulla piazza, ma addirittura le vendevano.
Il piano, oggi, era di partire in mattinata verso nord, senza percorrere molti chilometri, però iniziando a iniziare a salire, giorno dopo giorno, in direzione Capo Nord, la mia meta finale. Il bello di essere soli è avere la libertà di cambiare i piani, senza dar conto a nessuno, soprattutto se si dorme in auto e non si hanno alberghi prenotati. Avevo trascorso due giorni a Bergen senza vedere molto, causa la pioggia, ma quando stamane mi sono svegliato ho trovato un cielo accettabilmente azzurro, pertanto mi è sembrato un buon compromesso passare mezza giornata passeggiando per la città. Me la sono girata tutta, per quanto ho potuto; il waterfront, la cattedrale, il quartiere antico, la parte sulla collina, di nuovo il mercato del pesce.
Dannata pioggia: piove sempre, ogni giorno, anche a Bergen, che ancora non sono riuscito a visitare bene.
Ne approfitto per adempiere a due impegni: lavorare e rispondere ad alcune email importanti, quindi aggiornare il blog e cambiare gli pneumatici che, oramai, sono vergognosamente consumati, non mi fanno viaggiare tranquillo, infatti ho sempre paura di slittare sulle strade bagnate.