Tutto è iniziato nel 2017, quando ho deciso di portare a termine l’impresa della mia vita; un viaggio in solitaria, attraversando 21 nazioni a bordo della mia auto, dormendoci dentro e cucinando all’arrangiata, dove capitasse. Una volta in una panchina, un’altra in una fermata dell’autobus, un’altra ancora in compagnia di altri viaggiatori appena conosciuti. Per due mesi a spasso per l’Europa, passando da Capo Nord, il punto più a nord dell’Europa continentale (dopo di che ci sono altre isole impossibili da raggiungere in auto), dall’Ucraina e infine da Andrano, il mio paese, dove ho fatto una sorpresa alla mia famiglia.
Una simile esperienza doveva per forza essere raccontata, oltre che attraverso un lungometraggio, attraverso un libro. È nato così Diario di un’odissea positiva, un libro a colori, pieno, oltre che di aneddoti e di consigli sul viaggio, di immagini e di codici QR che mettevano a disposizione più di 2.000 altre foto e 30 video.
Una volta scritto, il libro andava promosso; non aveva senso impegnarmi tanto nella scrittura per poi lasciarlo invenduto. Ho organizzato, quindi, un giro d’Italia all'interno del quale ho realizzato più di 90 eventi in librerie, associazioni e biblioteche, ma anche in luoghi che non avrei mai immaginato che mi avrebbero accolto, come in un'aula consiliare, in un'università, in qualche ristorante, in una piazza; addirittura in un carcere. Che esperienza strana parlare di viaggi e di libertà a trenta detenuti che non potevano muoversi da quattro mura!
Il viaggio si è diviso in due parti, 4 mesi tra aprile e agosto del 2018 a bordo del BiblioVan, l'unica biblioteca itinerante del Paese, e 3 tra gennaio e marzo del 2019 con la mia auto che chiamo Africa; l'effetto collaterale di un viaggio del genere è stato di aver conosciuto a fondo l'Italia. 7 mesi in 58 province di tutte e 20 le regioni, percorrendo più di 14.000 km e toccando più di 150 luoghi (oltre a tutti quelli che avevo già visto nei viaggi precedenti), me l'ha fatta conoscere sul serio, non tanto per quanto abbia visitato, ma per come lo abbia visitato.
Dovunque andassi c'era qualcuno interessato a conoscermi e disposto a passare del tempo con me, raccontandomi la propria terra come solo un locale sa fare, nel bene e nel male, accompagnandomi negli angoli nascosti dei borghi e introducendomi i problemi sociali e politici che affliggevano le comunità.
Non ho visitato l'Italia, l'ho vissuta.
Ho ideato il progetto de L’Italia segreta, raccontando ogni settimana attraverso un video diario quelle città che sono meno famose e poco inserite nel turismo internazionale, ma non mi sentivo ancora di essermi sdebitato con l’Italia perché, obiettivamente, un simile regalo è troppo grande per una sola persona. Ne sono convinto, non credo di meritare tutto ciò e ho cercato di spiegare questa sensazione personale anche attraverso un video di ringraziamento agli Italiani che è possibile trovare su YouTube cercando “Grazie Italia”.
Cos’altro avrei potuto fare per ottimizzare le conoscenze apprese sull’Italia e per esternare questo amore così profondo che sento di nutrire per la mia patria? Un libro. Certo, avrei potuto scrivere un libro, ma non aveva senso replicare il format di quello precedente, Diario di un’odissea positiva, nel quale raccontavo le vicissitudini e i pensieri relativi al mio personale viaggio in Europa. Volevo un qualcosa di più originale.
Deciso che il libro sarebbe stata la risposta, ho pensato per tre settimane su che tipo di libro avrei dovuto scrivere, poi è arrivata l’intuizione: essendo un viaggio condiviso con gli italiani, sarebbe bellissimo creare un libro condiviso, nel quale la trama e la struttura del romanzo vengano decisi proprio dagli italiani. Io mi limito solo a sbrogliare la trama e a costruire il finale (ho pensato che sarebbe stata una buona idea tenere segreta la conclusione per non intaccare la curiosità sul progetto), mentre lascio agli utenti la libertà di discutere su quali siano i migliori sviluppi, capitolo per capitolo e, una volta stabilito attraverso un sondaggio quale sia la soluzione più condivisa, mi adopero per scrivere e permeare la storia di curiosità e aneddoti, molti dei quali realmente accadutomi, relative alla nostra terra, la nostra Italia.
Non sapevo cosa ne sarebbe uscito e a dire la verità non lo so tutt’ora (non riesco a esternarmi e a vedere obiettivamente il risultato finale), ma da una parte trovavo l’esperimento entusiasmante, dall’altra la mia esperienza meritava qualcosa in più di un romanzo standard e non sto parlando solo del modo di procedere; parlo anche dell’utilizzo dei codici QR, già ampiamente usati nei precedenti libri “Diario di un’odissea positiva” e “Scuola di viaggio”, che al momento opportuno permettono di accedere alla galleria fotografica di un determinato luogo e al video diario di una città. A tal proposito c’è di più. Voglio introdurre all’inizio di ogni capitolo un altro codice QR che permetta di riprodurre la colonna sonora più adatta, a mio avviso, per leggere quella parte di libro.
Sperando che possiate trovare piacevole la lettura del primo romanzo condiviso d’Italia, vi auguro una buona lettura.
Viva l’Italia, che tanto mi ha donato.
Davide Urso, racconta viaggi