Dopo aver visitato per intero l’Italia, 20 regioni in 7 mesi, è cambiato qualcosa dentro di me; ha iniziato a nascere un senso di colpa per non essere parte attiva nel cambiamento che vorrei e nel risolvere i problemi che mi hanno fatto odiare l’Italia. Ho impiegato diversi mesi per prendere una decisione, ma adesso sono felice di comunicarvi che tornerò in Italia. Martedì pomeriggio sarò di nuovo in Salento, in prima linea per aiutare da vicino, e non più da lontano, la crescita culturale e sociale della nostra terra. Sono entusiasta, ma sono anche spaventato, perché è difficile, forse impossibile, cambiare un territorio che non vuole cambiare.
Il solo fatto di essere una persona in più che si ferma alle strisce pedonali, che non supera i limiti di velocità, che mette la freccia prima di svoltare, uno in più che non butta una carta per terra e che ricicla la plastica; essere una persona in più che se dovesse avere bisogno di un impiegato lo assumerebbe con un vero contratto in regola, giusto e dignitoso, una persona in più che prima di sparare su un’amministrazione legge le carte e si informa, una persona in più che propone invece di criticare, Ecco, senza fare salti mortali, il solo fatto di essere una brava persona in più che si comporti in modo adeguato significa aiutare il Salento, quindi l’Italia, a migliorare.
Oltre a ciò, vivere in Italia sarà una buona occasione per rimanere ancora più connesso con il progetto che stiamo portando avanti della scrittura condivisa del romanzo Italia Segreta che questa settimana, data la “movida” del trasloco, si ferma per una settimana, dando la possibilità a tutti coloro che non hanno ancora votato, di prendere parte alla votazione dei sondaggi che sono attivi.