La prima notte la passai a Rovaniemi, capoluogo della Lapponia, che onestamente di lappone ha ben poco, ma ha il merito di ospitare la casa di Babbo Natale, laddove il Natale dura un anno intero. Parco giochi di Babbo Natale, souvenirs di Babbo Natale, slitte di Babbo Natale, Tende di Babbo Natale, e poi c'è lui, Babbo Nataleeeee! Ci ho parlato, due minuti della mia vita passati a dialogare con una figura che non esiste e che rappresenta il consumismo di una festività religiosa alla quale non appartengo. Fantastico, no? Sì, fantastico, perché io, a 30 anni, sebbene queste premesse, ci ho parlato volentierissimo con Babbo Natale, gli ho parlato del mio viaggio e l'ho ringraziato per rendere il mondo un posto migliore. Non si è mai troppo adulti.
Il villaggio era situato in un luogo strategico, infatti intersecava il circolo polare artico e immaginate quanta gente si divertiva a saltare quella linea dipinta di bianco sul suolo. Dovrei imbarazzarmi ad ammettere che l'ho fatto anche io?
Terminata la visita all'eccentrico villaggio ho iniziato la visita alla “triste” Rovaniemi, il capoluogo della Lapponia. Poco da dire a riguardo, in quanto la città fu distrutta durante la seconda guerra mondiale e fu ricostruita, pertanto era abbastanza standard, poco attraente, per me che avevo visto città magnifiche nei trenta giorni precedenti.
Avrei voluto dormire in città, ma erano le 7 di pomeriggio, il sole era praticamente sulla mia testa, e avevo già finito di passeggiare per il centro, quindi ho cambiato la tabella di marcia e mi sono diretto a Oulu, una cittadina che si affaccia sul mar Baltico; niente male, direi. Erano le 23 quando sono arrivato e quando avevo fame, ma molta fame, e una discreta voglia di cucinare. Ecco lo chef che è in me.
Voglio aprire una parentesi: Cucinare con qualità non significa spendere soldi; forse tempo, ma con della intelligenza e una dose di praticità si può risparmiare molto. Avete presente il salmone? Bene, viene sfilettato, lo si vende in questi paesi a 27 € al chilo e si butta il resto. Io ho comprato quel resto, la lisca, alla quale era ancora attaccato tanto salmone, e con 2 € ho ricavato pezzettini di salmone fresco per tre porzioni di pasta; certo che ho dovuto lavorare un bel po', ma un blogger in viaggio (di quelli non famosi) non può permettersi un filetto di salmone.
Signore e signori, perché essere falsamente modesti? Se c'è una cosa che so fare bene, oltre a raccontare qualche fesseria con un video, è cucinare. Quella pasta al salmone fresco era incredibilmente buona. Un bijou!
Sulla pagina Facebook AUventura – Davide Urso potete trovare le foto, chilometro per chilometro.